giovedì 1 ottobre 2009

OPERAZIONE SQUALO '09


ORGANIZZAZIONE IMPECCABILE.
GRANDE COORDINAMENTO DEL C.N.S.A.S.
COMPLIMENTI A TUTTE LE FORZE IMPEGNATE.
OPERAZIONI DI RECUPERO PERFETTE.

Queste le frasi scaturite dai Responsabili di tutte le forze impegnate nella vasta operazione di questi giorni in Calabria.
Per gli Istruttori della SNATE è stata la migliore di tutta la serie SQUALO che si sia tenuta in Italia.

Gli aeromobili utilizzati sono stati formidabili grazie all'equipaggio specializzato (piloti e specialisti di volo).Sono stati utilizzati quelli della nostra Aeronautica Militare, quelli de l'Armee de l'Air francesi, quelli maltesi, grechi e spagnoli.
L'operazione si è svolta in due fasi: SAMAR e SATER, rispettivamente marittima e terrestre.
A quest'ultima abbiamo partecipato tutti noi del CNSAS dei Servizi Regionali di Calabria e Basilicata, con campo base allestito in Sila. Agli uomini del Soccorso Alpino il duro compito di coordinare le operazioni di ricerca e recupero insieme all'Aeronautica Militare Italiana.

Spettacolare il lavoro del Delegato Regionale del CNSAS Calabria e dei COR delle due regioni, in perfetta sintonia con tutte le forze che hanno operato, ma un GRAZIE va soprattutto ai VOLONTARI impegnati in questi tre giorni di duro lavoro.

Volevo infine porgere un saluto anche agli Alberi di Natale dicendo loro: "I mezzi sono importanti, ma senza uomini qualificati in montagna non si arriva da nessuna parte!"

domenica 20 settembre 2009

CIAO MAURIZIO


Con grande dolore per la tua scomparsa, ma anche con la gioia per averti conosciuto voglio scrivere qualche riga a te che hai dedicato la tua vita agli altri tramite i tuoi esperimenti e le tue battaglie.

Parlo di Maurizio Montalbini, speleo-nauta di fama mondiale, Dottore in sociologia e cronobiologo, persona umile alla quale piaceva la vita semplice, fatta di beni immateriali, di valori come l'amicizia e l'amore per la natura.

Oggi posso affermare che ho conosciuto davvero una grande persona che non è più tra noi, con la quale ho avuto la fortuna di parlare per capire il valore della vita attraverso la speleologia.
Non dimenticherò mai il tuo amore per Cerchiara, la tua stima per il nostro Gruppo Speleologico, trasformatasi in pura amicizia.
Non domenticherò mai quando, l'ultima volta, a Cerchiara dicesti: "vi richiamo più tardi, ora vado al Santuario, voglio stare in pace in uno dei luoghi che amo di più al Mondo!".
Detto da una persona del tuo calibro culturale che ha girato in lungo ed in largo, sicuramente non poteva che farci piacere, era forse l'amore per i nostri luoghi che ti ha reso subito parte integrante di noi.
A noi tutti piace ricordarti così!

Grazie Maurizio!
Non ti dimenticheremo mai!

mercoledì 15 aprile 2009

Calabria Rock: per tutti gli appassionati dell'arrampicata.Saranno chiodate nuove vie da Guide Alpine e Istruttori d'arrampicata sportiva.


Mi dispiace enormemente non poter partecipare a questo evento, in quanto, da Cerchiarese DOC, devo essere alla festa della Madonna delle Armi sia il 24 che il 25.Un abbraccio a tutti voi per l'impegno che mettete in queste attività, dando un forte segnale e un forte rilancio alla CULTURA SPORTIVA e NATURALISTICA di questa nostra TERRA, estranea fino a poco tempo fa a tali fenomeni.Spero altresì di poter dare il mio piccolo contributo a tutto ciò facendone, insieme a tutti voi, ARMA DI AGGREGAZIONE SOCIALE E DIVERTIMENTO SANO.

mercoledì 8 aprile 2009

Ciao Mario!

All'età di 51 anni muore MARIO GRISOLIA, a causa di un'infarto durante la notte.
Lascia una moglie e un bambino di appena tre mesi.
Membro della nostra squadra di Soccorso Alpino sul Pollino, grande conoscitore del Parco,ma soprattutto GRANDE AMICO, dal profondo spirito di allegria e una grande passione per la montagna.


CIAO MARIO...ci mancherai!

lunedì 6 aprile 2009

FRANCO FORMOSO, MASSIMO GALLO, GIOVANNI VANCIERI: I TRE CIUT.......

Il racconto e le foto sono state prese dal blog http://magicemotions.blogspot.com/ del mio amico Franco , nonchè protagonista anch'egli della spettacolare uscita insieme a me e a Massimo.Ho pensato di tradurre solamente il titolo "SULL'ORLO DELLA FOLLIA" nel mio dialetto, che penso possa ugualmente rendere l'idea.

Buona lettura!


Monte Cocuzzo. Versante Ovest. Il mio amico Max apre una via, che chiama "Delirio". Bisogna però andare un pò
indietro con il tempo. Mi arriva una telefonata ed è lui che
tutto eccitato dice che deve darmi una grande notizia:"Marry, stasera grande impresa, ho aperto "Delirio", una via tostissima in un canale molto ripido su Monte Cocuzzo".Già mi viene l'acquolina in bocca!!!
Allora gli dico : "bella roba!!! avresti potuto chiamarmi no?"
Comunque decidiamo di andarci di nuovo nel fine settimana.
Purtroppo il tempo non è con noi. Ci riproviamo dopo qualche
giorno. E' martedi, appuntamento alle 14,30 a Cosenza. Nel
frattempo si è aggiunto anche Giovanni (ora la compagnia è
al completo). Il tempo non è che sia meglio dell'altra volta,
comunque ormai abbiamo deciso e saliremo lo stesso.Siamo appena partiti e già l'urlo del vento
ci fa capire cosa ci aspetta sopra, mentre
goccioline di pioggia, perforano la nebbia e
iniziano a inzupparci i vestiti.
In un paesaggio quasi spettrale, arriviamo
all'imbocco del canale, sono le 15,30 ma sembra
molto più tardi a causa della scarsa visibilità.
Comunque siamo fiduciosi, Max l'altra volta ci ha messo
2 ore e mezza e quindi abbiamo tutto il tempo.
Imboccato il canale, iniziamo a risalirlo, mentre la nebbia
si infittisce sempre di più, ed il vento continua imperterrido
con i suoi ruggiti, incontriamo la prima neve.
Una lunga striscia bianca che sale verso il nulla
inerpicandosi sempre di più.
Continuiamo ad avanzare fin quando arriviamo al
punto dove dobbiamo mettere i ramponi, se non
altro per sicurezza, e qui ci leghiamo.
Max apre la via, e uno dopo l'altro, al sicuro della corda , saliamo.
Intanto la nebbia aumenta ancora di più e ci accorgiamo
che si è fatto tardi. Sono le 17,30, per arrivare alla
vetta ci vuole un'altra ora, e quindi la notte ci
sorprenderà inevitabilmente.
Bisogna solo decidere se tornare indietro o proseguire.
Allora decidiamo di tornare indietro. 3 tiri di corda
e scendiamo velocemente di 150 m, proprio quando le
prime ombre della notte , calano rapidamente ed
oscurano la montagna già quasi invisibile per la fitta nebbia.
Passa mezz'ora e siamo nella completa oscurità.
Avanzare diventa difficile anche perchè, la luce delle torce
non riesce a perforare la nebbia. La situazione è un pò
delicata perchè con queste condizioni, se non riusciremo ad
imboccare, quando saremo giù, il piccolo sentiero,
difficilmente riusciremo ad orientarci.
Intanto continuiamo a scendere il canalone, nel buio,
incespicando ad ogni passo, ogni tanto riconosciamo
qualche particolare o ci sembra di riconoscerlo.
La verità è che proseguiamo cercando di orientarci alla
meglio ma dentro di noi, è già presente la consapevolezza di
trascorrere la notte su Monte Cocuzzo.
Ma non abbiamo paura. La montagna è anche questo. Lo
spirito dell'avventura è anche questo. Oggi abbiamo voluto
tentare una cosa estrema e la montagna ci sta
mettendo alla prova.
Sempre scendendo, ad un tratto incontriamo un
sentierino, finalmente un punto fermo, siamo sicuri
di averlo percorso all'andata.
Ci rincuoriamo, nel frattempo sono le 20,30, intorno a noi
solo buio e nebbia e due torce che a stento rischiarano
le nostre ombre.
Percorriamo il sentierino, spesso lo perdiamo, e dopo un
tempo che ci sembra un'eternità, incontriamo la
barriera di filo spinato che ci da la certezza di
essere sulla strada giusta.
Pensiamo che è fatta. Una certezza fra le tante incognite.
Invece ci aspetta ancora una brutta sorpresa, perchè non
incontriamo la svolta che poi ci dovrebbe portare al posto
dove abbiamo lasciato la macchina.
Allora iniziamo di nuovo a girare avanti e indietro finchè
non ci viene in mente che davanti c'è un canalino
che scende fin sulla strada. Dopo un pò lo troviamo e iniziamo
a discenderlo, rischiando più volte di farci male, perchè
ci sono dei brutti salti.
Alla fine, quasi senza accorgercene, ci troviamo sulla strada
asfaltata. Ce l'abbiamo fatta.
E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta.
La strada di chi va in montagna, è piena di ostacoli , come
pure la vita d'altro canto, e spesso ci si trova di fronte
a bivii, dove non si sa dove andare, cosa sciegliere.
Ma alla fin fine il tutto si riduce ad una prova, su se stessi,
sulla montagna, sulla vita, sul mondo intero.
Una prova, non una sfida. La montagna non si sfida.
Poi la prova può essere estrema come la nostra di oggi,
ma questa è la voglia di vivere la montagna in tutte
le sue sfumature.
Infatti in noi non c'era paura o rabbia o risentimento,
ma solo umiltà, attenzione, allegria.
La consapevolezza di poter restare la notte lì, quasi
ci lasciava indifferenti, perchè era una cosa che poteva
succedere, faceva parte della storia, dell'avventura.
L'importante è esserne usciti rafforzati un'altra volta,
consapevoli di aver scritto un'altra pagina della
nostra vita alpinistica.
La montagna è rimasta la, intatta nella sua nebbia
e vigile fra i sibili del vento.
Noi, con l'adrenalina alle stelle,
e forti di una nuova energia, siamo tornati a casa.
L'avventura è finita e cosi come dovrebbe essere
non solo in montagna, ma anche nella vita,
non ci sono stati nè vincitori nè vinti.
(da notare la scarsa visibilità alle 15.30)

domenica 28 dicembre 2008

Monte Sellaro: "mari e monti in un'immagine"

Dopo aver consultato tutti i meteo della televisione (rai, mediaset,ecc.) e fidandomi della previsione più o meno univoca, decido di uscire e di cercare Donato per una bella escursione per giorno 23/12/08.
Nitidezza, bel tempo e voglia di arrivare in cima ci accompagnano in questa bella salita attraverso il canalino sud-ovest del monte Sellaro in puro stile alpinistico.
Dopo diversi tentativi di attacco (per via della roccia poco stabile) riusciamo ad intraprendere la via che ci ha condotto in vetta con due tiri di corda.
Appena arrivati su ci sbizzarriamo a fotografare e a goderci ciò che quella magnifica vista ci regalava: MARI E MONTI IN UNO SGUARDO (rivolto allo stesso tempo sulle cime innevate del Massiccio del Pollino e alla cornice dello Jonio da Villapiana a Cariati) . Una volta scesi, la tradizionale sosta al Santuario con tanto di visita alla cappella della Madonna delle Armi, che rappresenta da secoli la fede di noi CERCHIARESI.
Un plauso a Donato che mi ha accompagnato con passione nella sortita e alla sua dedizione per tali attività che regolarmente svolge a Fosssano (Piemonte), sua città adottiva da diversi anni.





giovedì 2 ottobre 2008

Il primo raccolto non si scorda mai!!!!




Eh si, il primo frutto del vigneto Franzese andava pubblicato,mostrando a tutti coloro che volevano sfiduciare il nostro caro vendemmiatore novello, che il Cabernet Sauvignon frutta anche a Cerchiara di Calabria.Purtroppo quest'anno la quantità lascia un pò a desiderare per via dell'ancora breve longevità del vitigno,ma siamo sicuri per l'anno prossimo che questa aumenta.Inoltre mi è stato comunicata la gradazione zuccherina, che per detto del Franzese corrisponde al valore 24, contro gli ormai abituali 20/21 presenti in zona.Si auspica altresì un vinello di 13 gradi negli anni a venire.Di tutto quello che ho scritto sicuramente non ve ne frega niente, sapendo già che il vostro pensiero è rivolto all'assaggio (diciamo...) del prodotto finito.Auguri di cuore all'Uva Franzese.

domenica 31 agosto 2008

Esercitazione di Soccorso Alpino 22-23-24 e 25 agosto 2008

















L'esercitazione, durata quattro giorni, si è tenuta
il 22 e 23 agosto a S.Lorenzo Bellizzi in località S.Angelo,
nella Valle del Raganello e ha visto partecipi le Stazioni
CNSAS del Pollino e della Sila, proseguendo poi, giorno
24 nel Comune di Cerchiara di Calabria sul Monte Sellaro
nei pressi del Santuario S.Maria delle Armi, concludendosi
a S.Giuliano (MT) giorno 25.
Fondamentale la presenza degli Istruttori Nazionali della SNATE,
Ciro Sartorelli ed Ennio Rizzotti, i quali hanno dedicato i quattro
giorni a dei corsi che hanno come scopo la crescita tecnica delle
SQUADRE sul proprio territorio operativo.
Un ringraziamento a tutti i VOLONTARI che hanno preso parte
alle esercitazioni e soprattutto alla Delegazione Alpina Calabrese,
rappresentata da Luca Franzese, che con premura si è prodigato
per lo svolgimento di tale esercitazione.

sabato 30 agosto 2008

venerdì 22 agosto 2008

Spettacolo dalla Timpa di San Lorenzo 31/12/2007







Con un pò di ritardo sono riuscito ad avere queste
meravigliose foto e provvedere alla scannerizzazione
del cartaceo sviluppato in questi giorni. Partiti da
Cerchiara con una pioggia torrenziale, non molto convinti
dal meteo locale, abbiamo deciso di proseguire con

l'intento di andare in cima, tenendo presenti le variazioni
da una zona all'altra del Pollino.
Infatti questa nostra scelta è stata premiata dal forte sole

che picchiava sulla Timpa di S.Lorenzo, a prescindere
dalla neve che ricopriva la stessa.
Una volta su, ci imbattiamo in questo meraviglioso mare

di nuvole che metteva in risalto le altre cime
(Sparviere e Sellaro) facendole comparire come degli
isolotti sperduti.
Magnifica giornata organizzata dal Gruppo Speleo Serra

del Gufo, allietata principalmente da tale fenomeno...
Le immagini parlano da sole...
Grazie a Giulia, Zio Peppe, Cumpa 'Ntonio e Vincenzo.

ALLA PROSSIMA!

lunedì 28 luglio 2008

Ancora Porace (via LG) e Cassano (via CON DOMENICO)


Ogni tanto cambio compagno di cordata, ma le giornate sono sempre piacevoli, soprattutto se il meteo gioca a favore garantendo magnifici scenari su tutto ciò che circonda i luoghi del mio amato POLLINO.
Andrea riesce a stupirmi anche questa volta con la sua progressione in puro stile alpino.
Cordatina simpatica e veloce, sia per il tracciato che per il numero delle persone (infatti eravamo in due); una volta arrivati su Porace, continuiamo la nostra sortita su timpa di Cassano, cercando di renderla ancora più gradevole passando per la via "CON DOMENICO" realizzata da Massimo e Domenico.
Il ritorno, con passeggiata in cresta alla timpa di Cassano, ci regala come al solito vedute mozzafiato su S. Lorenzo Bellizzi e le sue pareti di S. Angelo, la Cresta delle Aquile e tutto il contorno dello Sparviere.
Mi soffermo ancora un pò ad ammirare il Sellaro che svetta, indicando ad Andrea con enorme piacere quei luoghi della montagna cerchiarese che hanno suscitato in me questa passione per questa magnifica attività intrapresa.
Come mai tutte queste sortite su Timpa di Cassano e Timpa di Porace?
Non c'è spiegazione a questa domanda, ma vi rivolgo solamente un invito: "Provate a salire su tutte e due e ammirate in silenzio tutto ciò che vi trovate intorno!!!"
La prossima sarà proprio lì sul Sellaro, dal quale potremo ammirare lo Jonio e la Sibaritide, sperando in una giornata incantevole e senza foschie, o magari, chi lo sa, in una bella nottata.









Alla prossima!!!!



mercoledì 9 luglio 2008

Torrente Castiglione: La bellezza e la freschezza.


Splendida giornata nel Castiglione.

Fulvia, Angelo, Luca, Luca, Luigi, Salvatore, Zio Felice,Roberto,
Luigi e, naturalmente io.
Eravamo in 10 ad affrontare questo meraviglioso percorso di
forra nei pressi del piccolo paese di Papasidero.
Già alla partenza prospettavo una bella sortita.

I componenti del Gruppo non hanno certo bisogno di presentazioni,
i quali sono stati anche onorati della presenza del Delegato regio-
nale del C.N.S.A.S. Calabria (un pezzo grosso).


TUFFO DEL RAGNO.

La giornata si è svolta nel migliore dei modi, allietata
da un susseguirsi di discese su corda e di tuffi (anche a
testa in giù), qualcuno ha schiacciato un pisolino, altri si
davano all' arte fotografica, qualcun' altro a raccontare
barzellette; insomma una vera e propria uscita coi C....i.




DELEGATO SCATENATO
(esclamazione integrale del tuffo: urlo "W l' Italia")


TUFFI A TESTA IN GIU': SAVAGLIA & VANCIERI.

Ps: basta con le Acquaparks, ce le abbiamo già in natura.

Alla prossima...........

venerdì 20 giugno 2008

Breve viaggio verticale su Timpa Cassano


Eh si, dopo il minotauro e altre creature miste (metà uomo
e metà animale) anche noi possiamo vantare la presenza
della Donna-Geco, autonominatasi così alla sua prima
esperienza alpinistica.
Che dire, davvero una giornata piacevole, nonostante la scelta
di attaccare la via nel pomeriggio.


Il nostro breve e allo stesso tempo bellissimo viaggio
verticale ci ha portato alla sommità della famosissima Timpa
di Cassano, percorrendo il panoramico percorso alpinistico
realizzato dai nostri carissimi amici Massimo e Domenico.
A rendere ancora più gradevole la giornata è stato proprio
l'incontro con Guido e Franz i quali si sono gentilmente prestati
al compito di capicordata in modo da mescolare con noi tutti
le loro varie esperienze di montagna.
Presenze altrettanto importanti quella del veterano del C.A.I.
Mimmo Pace scatenatosi in favolose fotografie e, come preannunciata
quella di Carla (oramai Donna-Geco) che ha subito mostrato
le proprie capacità in tema alpinistico, ottenendo l' immediata
" promozione " a riguardo.
Scorci fantastici dalla cima e il cammino lungo la Cresta Nord ci hanno
permesso di concludere la giornata in bellezza, con l'auspicio di
trascorrerne altre con la stessa passione unita a quel valore di amicizia
che tanto ci contraddistingue.
Non mi dilungo a descrivere la sosta al bar di Frascineto, chi conosce
Massimo e Salvatore sa benissimo di che pasta sono fatti....vabbè, a noi
piace la birretta e ce la beviamo ( anche più di una )....

Ps: un ringraziamento particolare a chi, con passione e amore per il
nostro Parco, percorre centinaia di chilometri per trascorrere simili
giornate. Grazie a Guido e a Franz!!!!

lunedì 26 maggio 2008

Gola del Caldanello...Purtroppo è così...


Questa è una delle più belle gole d'Italia,
tanto bella quanto sfortunata. Sfortunata
perché sulle sue balze sorge un paese,
Cerchiara di Calabria, e i paesani hanno
da sempre utilizzato la gola come pattumiera.
In verità da qualche anno le discariche sono
state spostate in luoghi più adatti, e così soltanto
una limitata quantità di spazzatura
(gettata da cittadini poco ossequiosi alle ordinanze comunali)
finisce ancora in fondo alla gola. Risolto
(tutto sommato) il problema della spazzatura rimane però
un'altra pericolosa fonte di inquinamento: le acque di fogna.


Il comune di Cerchiara di Calabria ha
infatti avuto la bella idea di ubicare i
depuratori sull'orlo della gola. Il funzionamento
dei depuratori è tutt'altro che ottimo,
per cui la gola è sovente percorsa da acque
fortemente inquinate e maleodoranti. Per
di più la gola ha scorrimento idrico solo nelle
stagioni piovose, e questo comporta che le
acque fognarie siano le sole a percorrere la gola,
almeno fino al punto in cui esse vengono
completamente assorbite dai detriti per
iniziare uno sconosciuto percorso sotterraneo.

Spero di tutto cuore che i cittadini di
Cerchiara vogliano un giorno restituire
all'antico splendore un tale capolavoro
della Natura, uno dei più significativi
fenomeni del Parco Nazionale del Pollino.

Non voglio pubblicare il resto del testo,
in quanto mi sento già abbastanza ferito da
"appassionato" ma in primis da Cerchiarese.
Quello che avete letto è tutto ciò che ha
scritto Michele Angileri, che penso sia tra i
maggiori esploratori di forre nonchè relazionista
delle stesse in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno.

venerdì 23 maggio 2008

COMPLIMENTI A MASSIMO E A DOMENICO...AVANTI COSI' !!!

Volevo complimentarmi con
Massimo Gallo e Domenico Riga, nonchè i realizzatori di
questa magnifica via alpinistica nel nostro Parco, che da
un pò di tempo si sta arricchendo di nuove discipline grazie
a questa Magnifica Gente, che tanto crede nelle risorse
montane...Avanti così...La prossima però la si fa insieme.











CON DOMENICO 80 m, 4 L, IV- Massimo Gallo, Domenico Riga 01/05/2008Via breve e facile che attacca la parete ovest della Timpa di Cassano puntando direttamente alla vetta. Un po’ di fastidio nel primo tiro per via di alcuni alberi bassi nei quali ci si deve districare, ma in compenso nei successivi tre tiri ci si trova in una bella parete aperta con roccia buona e molto proteggibile. Complimenti a Domenico per avermi seguito in questo “viaggio verticale” e soprattutto per essersela cavata alla grande pur essendo alla sua prima esperienza alpinistica su roccia. Le protezioni che verranno elencate nella seguente breve relazione sono quelle usate nell’apertura, ma la bontà della roccia permette in molti casi di poter scegliere… dei tre chiodi lasciati, due sono da granito… avevo finito quelli d’acciaio dolce!
Discesa: Dalla cima, percorrere l’evidente quasi pianeggiante cresta in direzione nord per poche decine di metri stando attenti ad individuare sulla sinistra un sentierino che scende ripido in un canale. Impegnarlo fino a giungere sulla sella tra la timpa di Cassano e Porace, trovandosi così al lato della parete prima risalita, poco lontani dal punto dove la si era attaccata. Infatti basterà portarsi sotto il dosso, in direzione ovest, per ritrovarsi di nuovo sul sentiero fatto all’andata che ci riporterà alla macchinaAttacco: Dal Posteggio uardando a sinistra oltre il campo arato che delimita la strada si vede benissimo il vallone che dovremo risalire prendendo il sentiero che inizia a sinistra appena superato il cavo d’acciaio prima citato. Una volta giunti sulla testata del vallone ci si troverà di fronte alla parete della timpa. Da qui puntare al canale più evidente alla base della stessa e cominciare a risalirlo fin dove la vegetazione comincia a lasciar posto alla roccia..
DESCRIZIONE:L1:15m. Portarsi da destra sulla piccola cengia invasa da lecci sui quali si fa sosta. Da qui si esce traversando sulla sinistra (clessidra) per poi puntare verso l’alto (II). Superati dei fastidiosi alberetti su un terrazzo affrontare un altro traverso verso sinistra (III-) (ancora un evidente clessidra) che ci porta alla S1 con cordino su albero
Collegamento: Si cammina in salita per circa dieci metri tra gli alberi fino ad arrivare alla base della successiva parete dove si sosta con chiodi (S1 bis) dove inizia una lama.
L2: 20m. Attaccare la lama e seguirla (III) (stopper) fino a che non si trasforma in un accenno di diedro divenendo via via più semplice (II/II+). Si giunge così sulla grande cengia e si sosta su spuntone.
L3: 30m. Si attrezza S2 bis con chiodi, a destra in alto sotto un piccolo tetto. Si parte su placca, (III+) (chiodo) poi si impegna un intaglio che si insinua in mezzo a piccoli tetti (IV-) (chiodo lasciato) per poi traversare a destra (stopper) e continuare a risalire in diedro (III) (stopper) per poi evitare un piccolo tetto passando alla sua destra e portandosi così sulla cengia alla S3 (due chiodi lasciati) che si trova in alto a destra rispetto al punto d’uscita.
L4:15m. Si parte dalla sosta obliquamente verso destra impegnando un accenno di canalino (III) (stopper) per poi proseguire in verticale in un diedro a gradoni (II) (stopper) sbucando così in cima dove si sosta con chiodi sulle roccette sommitali.
. . ( testo, immagini e relazione tecnica a cura di Massimo Gallo)
http://dolcedorme.myblog.it blog di Massimo Gallo.

lunedì 19 maggio 2008

Gli "ANGELI ROSSI" della montagna (di Vincenzo Alvaro)

Da Slow Time quotidiano di Emerson Comunication. Direttore Roberto Fittipaldihttp://slowtime.wordpress.com/2008/05/05/gli-angeli-rossi-della-montagna/
Piano Ruggio (PZ) - Sono le 10.40 di domenica mattina, quando le prime due squadre di soccorso del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, foto di G. De Marco) partono alla ricerca di due escursionisti dispersi. Poco dopo si muoveranno altre tre squadre a dare man forte all’azione di ricognizione degli ambienti di quota, nel cuore del Parco del Pollino. L’emergenza parla di due escursionisti dispersi sulla cima di Serra del Prete. Parte così la ricerca in superfice da parte delle squadre di soccorso e ricognizione del Soccorso Alpino, che hanno il compito di perlustrare la zona dell’emergenza al fine di intercettare le due persone che hanno lanciato l’allarme.Ad ogni squadra un pezzo di montagna da visionare palmo a palmo. Dal campo base, impiantato sul Piano di Ruggio, a pochi metri dal Rifugio De Gasperi, la sala operativa allestita per coordinare le operazione dentro una tenda, segue in stretto contatto radio i movimenti dei soccorritori, in attesa di avere novità sul contatto con i dispersi. Sul prato la squadra dei soccorsi sanitari attende l’evolversi delle operazioni e controlla strumenti e mezzi per una eventuale chiamata d’intervento.Tutto come nella realtà, ma per fortuna è solo una esercitazione per testare il grado di operatività degli uomini, tutti volontari, che appartengono al Soccorso Alpino. Gli “angeli” in tuta rossa e bordature nere che durante tutto l’anno soccorrono diverse decine di “sfortunati” ai quali la montagna condanna duramente qualche piccola ingenuità o superficialità di troppo.Sono circa settanta (foto di E. Iannelli), coordinati dai due responsabili regionali di Calabria e Basilicata, provenienti dalle stazioni di soccorso delle regioni di Calabria, Basilicata e Puglia. Insieme per una esercitazione che si potrarrà fino al tardo pomeriggio.Al mattino i volontari si dividono in cinque squadre di soccorso coordinate da un caposquadra, al quale i referenti del campo base assegnano una area di intervento operativo, segnata su una carta topografica.Il tempo di controllare imbraghi, moschettoni, corde, zaini, coordinare lo stile di intervento e via si parte. Prima due squadre, poi le altre tre. Tutti a “caccia” dei dispersi. Si sale sui mezzi meccanici per raggiungere le zone di operazione. Poi via a piedi, salendo lungo il crinale di Serra del Prete. In fila orizzontale a guardare la montagna centimetro per centimetro alla ricerca di un contatto visivo con gli escursionisti in difficoltà (due volontari del CNSAS che si sono prestati all’occorrenza). Più si sale più lo scenario di intervento diventa complicato. La neve è alta più di un metro, ma le squadre di soccorso non demordono bisogna trovare le persone in difficoltà.Dopo oltre due ore di ricerca una squadra le individua quasi sotto la cima di Serra del Prete. La chiamata al campo base è istantanea. “Trovati!” ma uno dei due è ferito ad una gamba e per scenderlo a valle c’è bisogno dell’intervento dei sanitari.Dal campo base la squadra sanitaria, attrezzata di tutto punto, si muove velocemente. Con il GPS arrivano “in bocca” ai feriti in men che non si dica. Si monta la barella (foto di V. Malfone) trasportata a spalla in una zaino ad hoc e con l’aiuto delle corde da imbrago si scende - con accurata velocità - a valle dove le operazione si concludono con un applauso generale.Ottimi i tempi di rispondenza degli uomini che ancora una volta, sul campo, hanno dimostrato la loro efficenza ed operatività.Luca Franzese, delegato regionale Calabria del CNSAS sembra soddisfatto del lavoro dei suoi uomini. Così come è orgoglioso di loro il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, che all’inizio delle operazioni è intervenuto per porgere il suo saluto ai volontari. Al suo fianco anche il Presidente del Cai di Castrovillari, Eugenio Iannelli e gli ispettori del Corpo Forestale dello Stato, che nelle emergenze vere collaborano fianco fianco con i soccorritori volontari.Nel suo breve intervento Pappaterra ha sottolineato come l’Ente anche nel nuovo bilancio da poco approvato abbia voluto dare un segnale di vicinanza ad un settore così importante. Qualificare questi volontari significa dare sicurezza a coloro che vogliono vivere la montagna in libertà, ma nel pieno rispetto delle regole.

giovedì 15 maggio 2008

25 aprile STORIA e CULTURA



ANNO 1846: 25 APRILE
La data del 25 aprile 1846 è stata ancora un altro giorno prodigioso per la pietà dei fedeli di Cerchiara, che a Lei avevano pen­sato di fare ricorso per avere salvo il raccol­to dalla grave siccità di quell'arsa primave­ra.Si organizzò allora una processione di fiducia e speranza al Santuario, per muo­vere alla sua pietà miracolosa la Madre del Ciclo. Tutte le ragazze vestite di bianco a lei portavano, in fasci, gli steli ingialliti del grano e pregavano per dirle di guardare non ai peccati, ma alla fede del suo popolo, e di volere rinverdire con la pioggia le messi in pericolo.Tanta confidenza, che si può capire sola­mente da chi nel pericolo e nel bisogno passa la sua vita, fu compresa, non sap­piamo immaginare con quale cuore, da Maria SS. delle Amri.
Infatti, la pioggia venne, il raccolto fu salvo ed un patto votivo fu stipulato per testimoniare l'avve­nimento a tutte le generazioni: Celebrare, in ricordo, la festa votiva del 25 Aprile, detta ancora "dei vinticinche", a distinzione da quella di Pentecoste (Vinticoste).



SANTA MARIA DELLE ARMI

è “LA ICONA” dipinta dai monaci bizantini del sec.X, in una delle loro Grotte Rocciose del monte Sellaro, come vuole significare il vocabolo greco “Ton ARMON”, e come ha spiegato D. Vincenzo Barone nel suo libro “S. MARIA delle Armi”, contro la secolare e pacifica tradizione popolare.Infatti,questa, fino al 1980, ha fatto derivare il nome dalle “armi dei cacciatori”, perché ad essi è stato sempre attribuito il ritrovamento della icona,nel 1450, con una mirabile leggenda miracolosa riportata nella “Platea” dei beni del Santuario, ordinata dal principe Michele Pignatelli, nel 1749. Lo stesso principe racchiuse la sacra icona nell’attuale teca d’argento, nel 1759. La vita degli uomini sfugge alle teo­rizzazioni e tanto più la fede, che, secondo il Vangelo, muove anche le montagne. Pertanto, noi prendiamo atto ancora delle relazioni prodigiose, tra Cerchiara e la sua Madonna e scriviamo nella nostra storia anche quest'altra taumaturga rivelazione di Maria, che, ogni anno, folle di fedeli vengono a perpetuare, tra la pioggia quasi immancabile e la gioia di un incontro, che dir non lo può se non chi l'ha fatto.

FOLKLORE DI FEDE
Il folklore; le file dei devoti pellegrini; le lacrime; i sorrisi; le preghiere; i canti; la processione al "Lacco"; i disagi della mon­tagna e del tempo puntualmente piovoso; i piedi scalzi; le lingue trascinate per terra; i bambini portati sulle braccia delle mam­me a vedere e baciare la Madre del Cielo; le offerte in denaro e di animali; gli sguardi protratti ed oranti verso l'immagine; le labbra mormoranti desideri del cuore; gare di uomini, venuti anche da lontano, per portare in processione il simulacro; pasto­ri con ciaramelle; ragazze in variopinti colori vestite e recanti, sul capo, i serti di candele ornati con festoni multicolorì come le loro infinite fantasie giovanili; i fazzoletti passati sul proprio volto, dopo di averli strisciati sul vetro della Teca argentea della Madonna e sulle pareti della marmorea cappella della grotta fatidica; i canti popolari; i rosari della tradizione; i suoni delle cornamuse e degli organetti accompagnati da tamburelli e tante altre spontanee manifestazioni del ricco animo popolare, sono, insieme, le espressioni di una fede miracolosa, che vediamo, ma non sappiamo dire. Per la cronaca del Santuario, aggiungiamo che il 25 maggio 1951, in ricorrenza del V° centenario della sua invenzione, per l’impegno del compianto Arc. D. Vincenzo Zito e dell’amministrazione del Santuario, la Madonna è stata festeggiata solennemente, in piazza Lupinacci, con l’imposizione di una corona d’oro, offerta da tutto il popolo. Il 7 maggio 1977 fu festeggiato con il concorso di tutto il popolo, il ritrovamento della S. Icona, dopo il furto sacrilego di mani ladre,nella notte precedente.Ecco come il popolo ha cantato l’avvenimento.
Hann’arrubat’ a Madonna dell’Armi! - Hamu rimasti senza mamma
E chi scuru chi ni pariadi- Senza a vergine Maria
documento scaricato dalla pagina "storia e cultura" del sito http://nuke.cerchiaresi.com/

martedì 13 maggio 2008

25 Aprile...che festa!!!!


Suonatori


24 aprile

Fuochi pirotecnici al Lacco 24 sera.






Sono ormai 162 anni (1846) che si tiene
questa festa in onore della Madonna delle Armi, nei pressi del
suo Santuario eretto attorno al 1450
.

( da notare il "panino"casereccio)
Noi tutti, ancora oggi cerchiamo di mantenere viva questa tradizione, animati
da una grande fede religiosa,che è radicata nella popolazione cerchiarese, ma
anche nei paesini limitrofi, ai quali si deve una grande affluenza di gente devota
alla Santa Vergine.


Anche quest'anno con Luca organizziamo il nostro pellegrinaggio,
approfittando soprattutto della presenza di Paolo e Milena,
per raggiungere la Santa Festa.


Tradizionale sosta in località Lacco, dove i pellegrini
si fermano abitualmente per la "colazione" a base di
tutto (dalle fritture alla carne arrostita) e i rituali suoni
degli organetti e tamburelli, con tanto di antichi giochi
che ancora vivono e divertono noi giovani (vedi video morra).


Quest'anno, per la prima volta abbiamo l'onore di salire insieme a Luca D. e Cinzia, i quali hanno piacevolmente trascorso con noi la giornata.Inutile fare precisazioni sulla componente del vettovagliamento, che come al solito definirei "impeccabile" grazie anche all' intero guanciale appeso da Luca con tanto di fave per la colazione.Novità assoluta di quest'anno, lo zaino del nostro amico, corredato di ciucciotto aspiratore con collegamento alla sacca interna,naturalmente riempita di integratori a base di uva.

Una volta giunti al Santuario, ascoltiamo la S.Messa all'aperto, insieme alla folla dei 20.000 fedeli giunti per la festa, e poi subito a trovare un posto libero per pranzare (naturalmente all'aperto,con tanto di sorgente).A noi si aggiungono Vincenzo e consorte, con i quali trascorriamo la giornata magnificamente, divertendoci un sacco fino a tardo pomeriggio.

Un altro aspetto significativo della Festa è la forte presenza di CERCHIARESI emigrati, che ritornano solo ed esclusivamente per il 24 e il 25 aprile, i quali portano con loro questo indelebile evento, in ricordo di quei giorni trascorsi nella loro CERCHIARA.


Per il video della FESTA cliccare su http://nuke.cerchiaresi.com/.




giovedì 8 maggio 2008

VOLO DELL'ANGELO


Al di sopra delle Dolomiti Lucane, nel cuore della Basilicata, un cavo d'acciao sospeso tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa permette di effettuare e vivere il VOLO DELL'ANGELO. Si tratta di un attrattore, di nuova concezione, che permette una fruizione innovativa del partimonio ambientale rispondendo ad una nuova esigenza e ad un nuovo modo di intendere il tempo libero e lo svago, teso sempre più a vivere nuove esperienze e a cercare nuove emozioni. Un'avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico, alla scoperta della vera anima del territorio.

Legati con tutta sicurezza da un'apposita imbracatura e agganciati ad un cavo d'acciaio il visitatore potrà provare per quale minuto l'ebrezza del volo e si lascierà scivolare in una fantastica avventura, unica in Italia ma anche nel Mondo per la bellezza del paesaggio e per l'altezza massima di sorvolo. Arrivati in uno dei due splendidi borghi, si avrà la possibilità di girare tra le abitazioni, incastonate tra le rocce, di fare suggestive escursioni storico-naturalistiche, di degustare i prodotti locali ma soprattutto godersi lo splendido panorama circostante da una nuova visuale, insolita e soprattutto ricca di emozione. Quello che si presenterà agli occhi del visitatore, infatti, sarà un panorama che di norma è privilegio delle sole creature alate : uccelli ed...angeli. Giunti nella zona d'arrivo del paese di fronte, gli "angeli" torneranno con i piedi per terra e, liberati dall'imbracatura potranno raggiungere il centro del paese prima e la partenza dell'altra linea poi, grazie ad una navetta. E a quel punto il sogno ricomincerà...sospesi tra cielo e terra. Infatti l'ebrezza del volo si potrà provare su due linee differenti il cui dislivello è rispettivamente di 118 e 130 mt. La prima, detta di San Martino che parte da Pietrapertosa (quota di partenza 1020 mt) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo 859 mt) dopo aver percorso 1415 mt raggiungendo una velocità massima di 110 Km/h; la linea peschiere, invece, permetterà di lanciarsi da Castelmezzano (quota di partenza 1019 mt) e arrivare a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 mt) toccando i 120 Km/h su una distanza di 1452 metri!